Illustrazione dei personaggi di Sea of Stars

Ideato da Sabotage Studio, gli autori di The Messanger, Sea of Stars è il nuovo JRPG sbarcato da pochissimo su console e PC.

Chained Echoes di Matthias Linda ha fatto bene, benissimo al panorama dei videogiochi indipendenti. In un panorama di giochi simili, tutti coinvolgenti e intriganti, quest’opera ha dimostrato carattere, passione e coinvolgimento, arrivando in un momento non certo privo di tanti altri JRPG di valore come Octopath Traveler II.

Se con Chained Echoes si è arrivati a quel risultato, a generare un momento positivo per il medium, Sea of Stars arriva invece nel momento più caotico in assoluto. Mentre lo stavo giocando, da bravo dottore quale sono, Sabotage Studio arrivava a vendere così tanto da aver recuperato in poco tempo le spese di produzione. E arrivando proprio là dove nessuno avrebbe mai immaginato, il racconto ha colpito nel segno, il game design si è lasciato amare e quello stile grafico, sospeso tra un Chrono Trigger e il già citato Chained Echoes, s’insinuava prepotente nelle memorie di tutti, scalfendo l’anima e il cuore.

DUE RAGAZZI, UN MONDO DI AVVENTURE

In una terra dal fascino assoluto, la storia parte da un viaggio, come merita qualcuna storia fantasy che si rispetti. È il viaggio di Zale e Valere, due giovani diventati da poco in nuovi guerrieri del Solstizio. Già, stelle, luna, sole e comete (no, non parlo di quelle che arrivano dalla Nube di Oort; magari potrebbe trattarsi addirittura di proprio quella di Don’t Look Up) sono fondamentali all’interno del tessuto narrativo dell’opera di Sabotage Studio.

Impreziosito da una scrittura esemplare, concentrata sul far conoscere le sfumature dei protagonisti, Valere e Zale crescono e maturano, dimostrandosi dei personaggi ben raccontati, forti di molta personalità. A estendere inoltre il fascino totale dell’insieme, è soprattutto la scrittura dei dialoghi, ben distribuiti all’interno della trama, dimostrandosi coinvolgenti, ironici e spiritosi. È un’avventura commovente, tagliente e a tratti addirittura rilassante, complice il metodo narrativo proposto. Diventa complesso non riuscire a provare empatia con i protagonisti, e ciò che li rende piacevoli da impersonare è il loro passato, che è raccontato con passione, profondità e intimità.

C’è da dire, inoltre, che la rappresentazione delle stelle, rilevanti all’interno del racconto, dimostra una maturità invidiabile del team sotto l’aspetto dell’espressione, curata magistralmente. Una volta avviato, lo ammetto, non ho potuto fare a meno di pensarci: è un videogioco costruito divinamente, pensato ottimamente e proposto con enorme passione. E se già il tono entusiastico che racconta della qualità della storia non dovessee convincervi, è perché non ho ancora parlato del game design.

SEA OF STARS NON È IL SOLITO JRPG

Sia chiaro, Sea of Stars è un JRPG. Come Chained Echoes, però, ha qualcosa di inedito che non si riassume con il classico “Funziona così”, bensì c’è dell’altro, e soprattutto un’impalcatura ludica che va ben oltre il classicismo del genere cui appartiene. L’opera si focalizza su combattimenti a turni appaganti e particolareggiati, ben condensati e di grande caratura. Unito questo all’intero contesto, la fluidità con la quale si esprime è ancora più affascinante, come se in questo oceano di stelle il game design arrivasse a un assoluto, al suo assoluto, profondo e tagliente, totale e avvolgente.

Comunque, si combatte contro un numero esagerato di nemici, vario e sempre ben orchestrato. La profondità del combattimento a turni, significativamente divergente rispetto ad altri, è più leggera e istantanea. Oltre ai classici attacchi base, alle cure e una Tab che potrebbe ricordare Final Fantasy, si aggiunge l’opzione combo, utile per gli attacchi combinati con i compagni del party. La medesima fluidità si trova anche con le fasi esplorative, ben amalgamate e particolareggiate, nonché in grado di colpire nel segno perché espresse con dovizia di particolari, con ognuno di e ssi incastrati adeguatamente nel racconto e nel game design. Al netto di qualche attività secondaria, come pescare per catturare dei pesci, la produzione risulta lineare – che è positivo, a mio parere, per un titolo di questo calibro, con i titoli di coda che si possono raggiungere rapidamente.

UN MARE DI PIXEL

Poi c’è lo stile grafico, che già di suon merita e lascia incantati. Ottimamente implementato, i colori sono vivaci e le ambientazioni ben definite. Non ho riscontrato alcun problema degno di nota e neppure un lato tecnico problematico. L’opera arriva al suo obiettivo, e lo fa con coraggio e meraviglia.

Sabotage Studio ha creato un racconto nelle stelle per giungere a raccontarlo a chi non può farne a meno, e in quegli astri che si osservano meravigliati, c’è tanto amore. Davvero tanto amore.



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